Tra l’arabo e il tedesco le parole innamorate di Garzya
“Come un innamorato dedico a te le nove rose che tu stesso descrivi”, così Tommaso Bianco a Giacomo Garzya, autore del volume Il mare di dentro (edizioni D’Auria), durante la presentazione all’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli. L’attore napoletano, con una lettura accorata, ha contribuito alla comprensione e alla fruizione dei versi di Garzya, analizzati, indagati e spiegati da due autorevoli relatrici: la storica della lingua italiana Patricia Bianchi e la filologa Adriana Pignani.
“Poeta di parola e di immagini” ha chiarito la Bianchi, ricordando che Garzya è anche fotografo attento e sensibile “mostra una chiara nota di equilibrio all’interno del componimento e del verso stesso”. Risulta evidente, nelle centocinque liriche, una chiara voglia di aprirsi all’altro, attraverso le parole che comunicano e scambiano sensi profondi. “Garzya offre al lettore il suo kosmos” ha detto la Bianchi “parlando di amore, amicizia, armonia della natura e semplifica la parola, mostrandosi generoso verso il lettore. La linea della sua ricerca poetica va verso uno stato di leggerezza, che non è superficialità. Con lui si entra in un territorio magico, un mondo opaco e un po’ inquietante, che è il limbo della sua anima”.
La docente ha sottolineato l’apertura dell’autore verso altre lingue (ci sono componimenti in tedesco, arabo e francese). “L’autore pratica la multietnicità” ha commentato “una prospettiva che pochi sanno applicare”. Il mare, che ricorre anche nel titolo, “archetipo per eccellenza delle culture occidentali” ha concluso la Bianchi “è non solo simbolico, ma concreto, gioco tra luce e buio, tra inquietudine e leggerezza”. Adriana Pignani ha analizzato l’amore profondo del poeta per la parola, “corposa nel dire, audace ed elegante, che descrive il diario dell’anima.
Essa esprime un cammino in fieri”. Tema ricorrente, anche qui come nelle tre precedenti raccolte, il presente che non disconosce il passato. “L’empito per la vita è forte” ha spiegato la filologa “ed è espresso ancora una volta attraverso i temi a lui cari: la Grecia, la Magna Grecia, i colori, i paesi arroccati. E il mare, che qui è codice interpretativo della verità”.”Nella poesia” ha precisato a sua volta Garzya “riverso la mia esperienza di vita, la mia inquietudine, la profondità degli affetti. Come in un lirico diario dell’anima, intimo ma non intimista”.
Concludendo, Tommaso Bianco ha offerto al pubblico di amici e addetti ai lavori, una sua personale elaborazione delle poesie, creando una sorta di poema-copione che ha evidenziato i tratti significativi della poetica di Garzya.
Angela Matassa
Articolo pubblicato ne “Il Mattino”, 30 maggio 2005.