Il nuovo saggio di poesie di Giacomo Garzya ci dà modo di apprezzare
la capacità con cui ci racconta una serie di sensazioni uniche dell'ansia
metafisica e di una inquietudine che lo sorprende di continuo. Garzya
ci offre con il suo "corpus poetico" ("Maree",
"Solaria", "Passato e Presente", "Il mare
di dentro","Il viaggio della vita","L'amour
et le violon"ed ora "Un anno") una compiuta immagine
di sé, della sua visione del mondo non felice, non idillica ma rischiarata
da lampi di spiritualità che gli offrono la possibilità di fulminee
intuizioni nell'indagare il mistero della vita e della morte attraverso
felici sintesi poetiche:"...il buio è impenetrabile/ nella
grotta di Pertosa/ o sotto Sant'Anna di Palazzo/ quando spengono
le lampade... così dev'essere dentro una bara/ quando si spengono
gli occhi/ per sempre"."...uscire dal dolore/ quando le
frazioni di un minuto/ sono come ore.../ e ti sei svegliato e non
riesci più a dormire/ e tu vorresti sbattere i pugni contro il muro/
perché arrivi l'aurora e l'alba e il giorno/ perché la luce ridia
senso alla realtà delle cose...". Dai lavori di Garzya viene
fuori la figura del poeta e dell'uomo di lettere dalla complessa
personalità come si arguisce da liriche quali: "Saudade",
"Amici miei","Homo patiens", testi di profonda
meditazione, di armonia; ed ancora: "Masada","Ein
gedi", "Kubbet al Sakhra", miti riletti e reinterpretati
alla luce della sua sensibilità storica e consegnate nelle loro
multiformi valenze all'uomo d'oggi. Leggendo le quarantasei poesie
del saggio, emerge chiaro come l'essenza e la qualità emozionale
delle immagini siano il risultato di una interiorizzazione dell'ambiente
e del paesaggio, sia esso Lisbona, Gerusalemme, Tivoli, Roma, Capri,
Napoli, Salina e Lipari sentito sempre come parte dell'anima. Il
poeta è affascinato dall'azzurro del mar Tirreno, del Mediterraneo,
accarezzato dal lieve vento evocatore di memorie. Tuttavia i luoghi,
senza la magia della parola,sarebbero nulli. E' la parola, la fisicità
della scrittura, a dare alla poesia di Garzya vitalità, energia,
sicurezza, proprio attraverso il suo immergersi nella natura. Immagini
oniriche, che tuttavia non sempre alleviano la sofferenza del poeta.
Apparenze misteriose che si rincorrono, frammenti di ricordi e di
volti, di raggi di luna e mormorio di vento colti e fermati dalla
parola magica della poesia, unica a scorgere "la divinità che
è dentro il paesaggio".
AURORA CACOPARDO
Articolo,
in "Chiaia magazine", IX, n.1/2, febbraio/marzo 2014, p.30.