Giovedì 29 novembre, presso la sede dell'Accademia Pontaniana in via Mezzocannone
8, il professore Ugo Criscuolo, attualmente docente di letteratura
greca, nonché decano, presso l'Università degli studi di Napoli
Federico II, terrà una commemorazione in onore dell'illustrissimo
professor Antonio Garzya, scomparso lo scorso 6 marzo a Telese Terme,
all'età di 85 anni.
Antonio Garzya è nato a Brindisi il 22 gennaio 1927, ha conseguito
il titolo di laurea presso la Federico II in letteratura greca,
con una ricerca sull'Andromaca di Euripide. La sua carriera accademica
ha avuto inizio nella medesima Università in cui è stato prima docente
di letteratura greca e latina, poi, dopo aver insegnato anche nei
licei, di filologia bizantina, materia che gli deve molto, e papirologia.
Ha insegnato anche presso l'Università di Macerata, di Vienna e
alla Sorbonne di Parigi.Chi è Antonio Garzya: breve biografia, e
pubblicazioni più importanti dell'autore.Autore di un migliaio di
pubblicazioni: articoli, saggi, manuali, tra cui l'edizione critica
per l'Accademia dei Lincei dell'epistolario di Sinesio di Cirene,
di cui il professor Garzya ha curato tutte le opere per la collana
dei Classici greci Utet che ha affidato a lui la cura della sezione
dei testi tardo antichi e bizantini.
Dottore honoris causa dell'Università di Tolosa e membro onorario
di numerosissime associazioni ed enti universitari e culturali europei,
nonché vicepresidente della Association Internationale des Etudes
Byzantines, situata a Parigi, il professor Garzya è stato anche
presidente dell'Associazione italiana di Studi Bizantini, fondata
a Napoli nel 1990 per iniziativa dei più eminenti studiosi di civiltà
bizantina.
La notizia della sua morte ha lasciato un vuoto in tutti coloro
che lo avevano conosciuto personalmente o anche solo semplicemente
per fama. In occasione della sua scomparsa, anche l'ex sindaco di
Napoli, Antonio Bassolino, suo allievo presso il liceo classico
di Napoli Garibaldi, ha espresso il suo cordoglio con poche ma profonde
righe pubblicate sul quotidiano "La Repubblica".Ma oggi,
a parlarci, è qualcuno che gli è stato molto vicino, Giacomo Garzya,
suo figlio. Egli, laureatosi in Lettere moderne, è stato borsista
dell'Istituto Italiano per gli Stud storici ed ha arricchito il
suo curriculum di tantissime pubblicazioni. Insegnante di ruolo
di materie letterarie nelle Scuole medie statali dal 1984, attualmente
insengante presso la Scuola Media St. Tito Livio di Napoli, a partire
dal 1998 ha pubblicato otto libri di poesie, coltivando ed approfondendo,
già dal 1981, la passione per la fotografia.
Abbiamo scelto di intervistare Giacomo Garzya per conoscere meglio
suo padre e diffondere un'immagine del famoso professore diversa
dal consueto.
Suo padre, il professor Antonio Garzya, si può definire uno dei
più grandi studiosi e cultori delle discipline antiche degli ultimi
tempi. Cosa significa essere figlio di un personaggio tanto illustre
?
"Certamente è stato un grande filologo (parlano i suoi scritti
e la sua biografia) ed era anche, per passione giovanile, poliglotta
(parlava correntemente otto lingue). Essere suo figlio è stata una
fortuna e un privilegio, per tutto ciò che ha saputo trasmettermi,
ma il suo ruolo anche un grosso peso, come avviene sovente in questi
casi."
Lei, come anche sua sorella Chiara, attualmente docente di storia
dell'arte nei licei, ha intrapreso studi per un certo verso affini
ma, allo stesso tempo, diversi. Quanto la figura di suo padre ha
contribuito alla sua scelta?
"In famiglia l'aria che si respirava, sin da piccoli, era quella
della cultura. Certamente c'è stata una influenza nel perseguire,
nel mio caso, studi storici e poi letterari (anche se il mio primo
anno universitario frequentai il corso di laurea in Scienze politiche),
tuttavia ciò che da mio padre ho direttamente ereditato è stato
il metodo della ricerca, la stessa cosa vale per mia sorella Chiara.
"
Personalmente io, come tantissimi miei coetanei, non ho avuto l'onore
di poter incontrare suo padre ed assistere ad una sua lezione. Tuttavia
la sua presenza aleggia costantemente in dipartimento ed è frequentemente
ricordato da tutti i docenti. Ci chiediamo, dunque, come il professor
Garzya si rapportava con i sui studenti? E, eventualmente, quanto
lei ha "ereditato" di questo ultimo aspetto?
"Il rapporto con i suoi discepoli è stato sempre eccellente,
mio padre era un altruista per natura e credeva fermamente nella
sua Scuola. Non ho avuto il privilegio di approdare a una carriera
universitaria, nonostante abbia frequentato gli studi storici per
un decennio e sia stato borsista dell'Istituto italiano per gli
Studi storici. Con i miei alunni sono disponibile e cerco di insegnare
loro l'amore per la lettura, ma non potrò mai creare direttamente
dei ricercatori o dei cattedratici, insegnando io nella scuola secondaria
inferiore. "
Un grande filologo e studioso ma soprattutto un grande uomo, un
padre che ha saputo trasmettere ai suoi figli ed ai suoi "discepoli",
quasi fossero suoi figli "adottivi", l'amore, la passione
per la cultura, classica e non. Un professionista ed un uomo di
altri tempi quello che salutiamo, che ha lasciato dietro di sé una
scia di scienza e di umanità che noi, nuove generazioni, anche se
non l'abbiamo conosciuto, non possiamo far altro che onorare e cercare
di seguire.
GIUSEPPINA IERVOLINO
(Articolo pubblicato in "Controcampus.it", 24 Novembre 2012).