Si
staccano dal flusso dell'eccesso inquinante le parole di Giacomo Garzya,
e anzi ogni parola sembra recuperare un suo nucleo di pregnanza segnica
in quanto è messa in rilievo, quasi pensata come isola, e nello
stesso tempo lanciata come ponte verso altre catene di parole per
ricreare più profonde significazioni.
Un verseggiare per ritmi compatti e forme brevi che sembra voler rispettare
l'ascolto e il silenzio dell'Altro, un ritmo poetico che intende definirsi
anche per contiguità con lo spazio del silenzio. E forse la
poesia del Mare di dentro è anche poesia di ascolto del sé
e dei più profondi bisogni emozionali, di ricognizione del
sé e del profondo rapportarsi all'altro.
Così con una sobria retorica punteggiata da clausole di colloquialità
si viene svolgendo un testo profondamente coeso, in cui ciascuna lirica
scandisce una nota necessaria dell'armonia complessiva.
Il lettore-ascoltatore ne ricava un'impressione di equilibrio, poiché
Garzya ha lavorato per sottrazioni rispetto ai contrappesi della letterarietà
e alla ridondanza dei valori semantici dei singoli termini, confermando
una sua linea di ricerca poetica verso uno stato di leggerezza che
presuppone l'allontanamento da ogni piatto realismo discorsivo ma
anche da ogni intellettualistico simbolismo metaforico. Lontane dal
preziosismo dell'ornato e dalla miscidiazione dell'espressionismo,
le parole del lessico comune prendono qui nuovi riflessi, proprio
come i sassi opachi che brillano se bagnati dal
mare. Così la leggerezza del verso diventa profondità
di parola interiore, affioramento di un senso ritrovato, sacralità
di antico patto comunicativo con l'umanità rinnovato da valori
ritrovati.
E infatti la poesia di Giacomo Garzya, in questa raccolta come già
in Solaria, Passato e presente, Maree, ha come tratto proprio i valori
della comunicatività, propri di una scrittura duttile e consapevole
che ha recepito e rielaborato la lezione della lingua dei classici
antichi e moderni ma anche di una attitudine al discorso sulle emozioni
e i sentimenti che coinvolgono sempre l'interlocutore.
Lo stile di Garzya ha i caratteri di "stile semplice" declinato
in poesia, cioè è l'esperto impiego di un linguaggio
comune per esprimere verità remote dai luoghi comuni. Quanto
più la complessità esprimibile del mondo poetico si
accresce tanto più è raffinata la sapienza della ricerca
linguistica del poeta. Così la parola- verso da leggera e semplice
può divenire carica di una complessità inesauribile,
sino al limite estremo della parola-rivelazione, della parola-oracolo,
con un recupero della originaria potenza e ricchezza di significazione.
Garzya rende manifesta al lettore la sua riflessione sul Poetare:
Catturare il reale/ e trasfigurarlo con l'immaginazione/ questo è
bello e rende felice il giorno.
/Rendere semplice ciò che è complesso / scoprire l'armonia
delle linee/ nella luce che cambia/ nelle nuvole che corrono/ questo
è bello e rende felice il giorno/ ...
Significativa, in questo senso, anche la dichiarazione di poetica
dell'autore in Dall'ombra alla luce: A volte/ la creatività
artistica/ e il ripensamento/ sulle cose della vita/ ingenerano foglie
di
quercia ramate / in sarcofagi pieni di luce/ e speranza / in cui la
morte si adagia serena / per vivere di nuovo.
Proprio in questa cifra di creatività e ripensamento anche
i versi più lineari sono percorsi da inquietudini e vibrazioni
che ridisegnano più nettamente paesaggi naturali e umani. Ogni
incontro umano -
l'amico che viene da lontano e quello che è vicino da sempre
- è la messa in luce di un colore dell'animo, di un tratto
esistenziale, come in Per un'amica:
Sottovento/ il senso / della tua esistenza. / Sottovento/ scarrocci
/ frenando l'impulso/ di vivere tra i marosi/ ...
La scoperta del luogo, dell'uomo, della situazione procede in parallelo
con la ricognizione degli spazi interiori; può accadere che
questa dimensione della scoperta avvenga attraverso un amico, che
in un primo tempo fa aprire lo sguardo del poeta sul paesaggio innevato
e solitario di Cervicati, e lo induce poi alla riflessione sulle proprie
radici e sui valori umani "co- · me l'amico / che calore
/ sparge / sulle mura / del cuore".
Continua è la riscoperta e la reinvenzione dei legami d'amore,
"fuggito amore" o "nuovo amore" o sogno d'amore
come in Selene, e il sogno è la condizione necessaria per percepire
emozioni e sentimenti:
Mele d'oro / nel giardino blu del mare / di esperidi/ nella fantasia/
che vaga da un sogno all'altro, / senza riposo, / perché si
sogna di notte/ ma si può sognare anche di giorno. / Vale la
pena per dare vita al vento/ che tutto muove/ anche l'anima/ che dondola/
come turibolo/ nella notte stellata.
Se trasfigurati oltre l'orizzonte del reale proprio i legami d'amore
diventano più intimi:
Come vorrei trovare un colorato paese di mare, / meglio se a picco,
onde vivere ogni giorno l'onda/ E osservare la linea marcata/ oltre
la quale l'occhio non vede / e immaginare lì il tuo cuore di
donna aprirsi al mio/ in quel mare di nessuno / in cui vivere è
respirare con te.
Pertiene ancora alla dimensione della scoperta ma con una duplice
valenza cognitiva e emozionale la esperienza della riformulazione
attraverso la traduzione, in cui le parole del poeta trasportate in
altre lingue ricreano, a lui stesso e al lettore, nuovi sistemi di
suoni e di significati, così come avviene in Clown triste,
tradotta in tedesco da Antonio Garzya, e in Kheira, tradotta in arabo
classico da Kheira Achit-Henni.
Poesia essenziale, dunque, quella di Giacomo Garzya, o meglio ricerca
delle essenze prime dell'uomo attraverso l'ascolto del proprio io,
e non a caso è ritornante il tema della poesia come ricerca
attorno ai principi essenziali della vita stessa, cioè acqua,
aria, terra, fuoco.
Ancora il mare si fa immagine con connotazione simbolica: pervaso
di una mediterraneità intesa come dimensione culturale ma anche
come dimensione naturale di luce e colore, il poeta vive in uno spazio
- fisico e mentale - tra Grecia e Magna Grecia. Qui ogni volta che
lo sguardo si fa attento al paesaggio, dalla costiera amalfitana a
quella dalmata alle coste greche, solo in apparenza trasferisce attraverso
la nitida parola la descrizione del dettaglio, dell'atmosfera del
presente, perché il senso dei paesaggi mediterranei di Garzya
trapassa il tempo con una rete sottile di richiami sino ad adombrare
la visione del mito e dei suoi significati archetipici.
La profonda consonanza con il mondo naturale è tra l'altro
vissuta nella ricerca di un equilibrio olistico dell'uomo: mare, luna,
sole devono essere in una dinamica armonica con l'umanità.
Come il Garzya fotografo sa trarre immagini fatte di luminosità
e linee pure dalla caoticità opaca dei paesaggi urbani, così
le sue immagini di paesaggi marini rivelano in filigrana altre immagini,
quelle della memoria e del sogno, del "limbo dell'anima",
e dunque il "mare di dentro" è affidato all'intuizione
del lettore come scenario privilegiato per tutti i paesaggi dell'
anima.
PATRICIA
BIANCHI