LACRIMATOI
Pietre, legni, corde, ferro,
tutte le età dell’uomo,
in lacrimatoi di terracotta,
aggrovigliati,
come cornucopie sbagliate
della dea Fortuna,
in cui il pianto, per te, era
ancestrale dolore.
Il sogno è un viaggio nella vita
e può produrre lacrime di pietra.
Nei tuoi lacrimatoi, ieri, io vidi
le tue,
le mie, oggi, su una gelida lastra
di marmo, tu vedi.
Napoli, 4 maggio 2007-1° febbraio 2009
[dopo aver guardato una mostra
del caro amico scultore Francesco
Alessio]
in Giacomo Garzya, “Il viaggio della vita”, Napoli 2010, M.D’Auria Editore, p. 68 e in Giacomo Garzya, “Poesie” (1998-2010), M.D’Auria Editore, p. 326.
“LACRIMATOI (dove conservo le lacrime): terracotta, corda, legno, pietre. Dei grandi vasi ed ampolle murati se ne rivelano solo la bocca, la pancia, che emergono dai legami serrati e serranti. Le pietre occultano e proteggono il raro contenuto. Qualche vaso è ancora pieno, qualcuno va svuotandosi”. FRANCESCO ALESSIO, Napoli 1964 (SCULTURE, NAPOLI, 4 MAGGIO 2007: SOGNO UNA CASA: cartapressata, sabbia, ciottoli, gesso, pietra, oro, ferro ed acqua; LACRIMATOI: terracotta, corda, legno, pietre; SENTIERI E RADURE: ferro diversamente trattato, pietre, terracotta, sabbia; BASTIONI DI MARMO ALL’INCROCIO DELLE ACQUE: ferro, marmo, acqua; IL VIAGGIO E LE CROCI: ferro, vecchi timoni, legno, sabbia, bottiglie di alluminio; I MIEI AQUILONI DI FERRO VOLANO SU UN MUROCIELO DI PIETRE: ferro, pietra sintetica” (Francesco Alessio).
La scultura intitolata ‘ lacrimatoi ‘ nasce come paesaggio composto da oggetti-vasi-orci-giare che danno l’impressione di contenere, trattenere, conservare e testimoniare le lacrime. Alcune di queste piccole anfore appaiono attraverso le aperture tra le funi, piccoli squarci che ne mostrano le pance gonfie e piene, ma che non intendono rivelarne il contenuto o cedere alla tensione. La continua e ondulata moltitudine di corde ‘lega’ saldamente i contenitori al fondo, alla parete esibendoli a chi osserva. Essi stanno lì, ti guardano, li guardi, testimoniano sé stessi e ti si pongono di fronte, come specchio per specchiarti, nelle corde che stringono le lacrime. Il cordame, a tratti spesso e possente, nasce da luoghi che non puoi vedere e conoscere, posti che sono dietro, dentro, non qui. Esso viene avanti, si contorce sulle giare, ne asseconda con sforzo la curva ripetuta e poi sparisce alla vista per ricominciare dal lato opposto. Si avverte una tensione tra ciò che preme da dentro per venir fuori e ciò che trattiene dall’esterno, dalla superficie visibile per trattenere l’invisibile. A suggello di quanto sia raro il contenuto degli orci, schegge di marmo bianco ne ostruiscono alcune aperture, sigillandole alla vista comune.
La cristallina durezza e spigolosa friabilità dei sassi contrasta con la potente e morbida plasticità della terracotta e della corda:
“è sempre così che avviene, ciò che è cosa dura, ostile e fragile può occludere, opponendosi, la forza potente della natura emozionale ed interiore, morbida e profonda.
Sia che me ne renda conto, o in modo incosciente, spesso mi si mostrano i segni di questo equilibrio che sottende e sovrintende un po’ tutto, ma che nel continuo alternarsi altalenante, genera oasi di felicità e di calmo e cosciente vivere.
Francesco Alessio (Napoli 1964), vive e lavora a Napoli. Diplomatosi in Scultura con il Maestro Augusto Perez e presente in alcune manifestazioni artistiche, nel 1993 viene selezionato per partecipare alla II Biennale del Sud ” Quando le Accademie scelgono le Arti” che, partita dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, approderà a Madrid – Palacio de Velàsquez – nel luglio del 1993, a Bruxelles – Académie Royale des Beaux-Arts – nell’ottobre dello stesso anno e a Londra – Central Saint Martin College of Art and Design nel maggio del 1994.
Al contempo anche la Rai realizza un documentario per la serie ‘ Grandi Mostre ‘ trasmesso nel 1994, in cui sono illustrate e commentate le sue sculture esposte.
Seguono altre mostre – Invito all’Opera: Artiste ed Artisti con Emily, a Napoli, O’ mare amaro, a Marsiglia, Segnalibri d’Artista, Un sentiero verso il diario, Dal dentro di sé al fuori di noi, Le intuizioni ed i presagi nella ceramica contemporanea ed Alberi a Napoli – dal 2001 al 2008.
Con la mostra Gli artisti per il carnevale – Palazzo Municipale – Palma Campania (Napoli) –
febbraio 2006, inizia per l’artista la realizzazione di opere di grandi dimensioni che
occuperanno, in modo permanente, spazi pubblici – Istituto Comprensivo ‘Campo del Moricino’
(Napoli) 2008, Belvedere di Oliveto Citra (Salerno) 2008. Cagliari/Napoli andata e ritorno ‘Il viaggio’, a Cagliari, Confondersi a Pozzuoli, Francesco Alessio, presso Sud a Quarto e la recente Ingenerazioni , insieme al M° Salvatore Paladino al Museo Arcos di Benevento, nel 2012.