Al PAN una rassegna sul vulcano, icona del pasesaggio
Il Vesuvio in mostra con le sue sfumature
Un insolito viaggio all’interno dell’universo Vesuvio, del suo rapporto forte con Napoli, dello spazio che da sempre occupa nella storia della città e dei suoi immediati dintorni. È questo l’intento delle serie di mostre che, riunite sotto il titolo “Alla scoperta del Vesuvio”, celebrano la magnificenza della “montagna”, simbolo archetipo della città da secoli al centro dell’attenzione nell’opera di pittori, studiosi, poeti e scrittori, cantanti e musicisti.
Al Pan, con “Napoli e il suo vulcano: memorie e documenti”, il racconto – a cura di Giuseppe Galasso e Alessandro Nicosia – si snoda tra reperti antichi, incisioni e litografie talvolta colorate a mano, manoscritti che narrano di quando alla sommità del vulcano si giungeva a piedi, a dorso d’asino e poi, finalmente, in funicolare; oppure di quanto è grande il vulcano e di come è cambiato tra un risveglio e l’altro.
Fra collezioni di vasetti di cenere, medaglioni di lava, sismografi ed epistolari di scienziati italiani e stranieri, di sala in sala si prosegue fra raccolte di cartoline d’epoca, qualche dipinto, come l’enorme tela di Annamaria Bove che lo avvolge nei toni del blu e del rosso-arancio personalizzandolo con quegli elementi tipici delle sue pitture quali sono le lenti da occhiale.
Icona metropolitana spesso inflazionata dai mass media nella sua oleografia, il Vesuvio compare in tutta la sua essenza nelle riflessioni artistiche di dodici fotografi (tra cui Antonio Biasucci, Sergio Riccio, Fabio Donato, Peppe Avallone, Giacomo Garzya, Lucia Patalano, Gianni Fiorito) che ne colgono anche le più impalpabili sfumature; nelle testimonianze documentarie dell’Archivio Parisio che attinge ai fondi Sommer e Troncone; e in ben cinque dei venticinque manifesti ispirati a Napoli che altrettanti disegnatori contemporanei hanno realizzato, negli anni Ottanta del Novecento, per la Fondazione Napoli ’99 che in occasione della rassegna ha voluto non solo esporre, ma anche donare al Centro di documentazione del Pan diretto dall’architetto Marina Vergiani.
Paola de Ciuceis
Articolo pubblicato ne “Il Mattino”, 8 novembre 2006.