La memoria è sabbia in un barattolo di vetro

La memoria è sabbia in un barattolo di vetro

LUCILLA FUIANO

Una raccolta di versi che ha come motto un monito anti-cartesiano. “Pensare è non pensare” è il titolo del florilegio di Giacomo Garzya, già autore di cinque libri di poesie tra cui “Solaria” e “Maree” e che qui sembra suggerire un metodo, un antidoto per allontanare il peso dell’anima e riuscire a (ri)vivere attraverso il ricordo, l’emozione, la parola ritmata, una vicinanza perduta.

Ecco il legame fisico e mnemonico con i paesi visitati negli anni : il Marocco, Capo Verde, Stromboli e Cienfuegos. Di tutti conserva le pietre e le sabbie, perché “in vasetti di vetro agiti il dono e prende vita l’amorfo”. Non mancano parole chiare di dolore e di mancanza. È il caso di “Un fiore reciso”, ove Fanny, la figlia precocemente scomparsa, diviene elemento spontaneo della natura il cui sorriso e gioioso canto “a tanti mancano”. O di “Fanny e il gabbiano”, in cui la fanciulla si muta in uccello marino, metafora di bellezza e libertà.

Ma non sono assenti i lacrimatoi e le urla. I temi sono quelli grandi della vita : la natura, il tempo che passa e si cristallizza in una ruga, il dolore insuperabile. Da qui la contraddizione con un titolo che sembrerebbe escludere la possibilità di un’analisi accurata dei meccanismi del ricordo e della perdita. Ma la poesia è liberazione emotiva, prima che gioco intellettuale, Così a parlare sono i gatti, ancorché lontani nella loro superiore felinità, o i gabbiani. Libere reincarnazioni di affetti perduti, che, a dispetto di ogni logica, ogni tanto ritornano.

GIACOMO GARZYA, “Pensare è non pensare” (Bibliopolis), 71 pagine, 6.50 euro.

Articolo pubblicato su “La Repubblica” dell’11 luglio 2009.

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