Giacomo Garzya davanti alla Catedral basilica metropolitana de Santiago de Compostela, Praza do Obradoiro (foto di Mario Occhipinti, 9 agosto 2023)

GIACOMO GARZYA, VENTESIMA RACCOLTA DI POESIE, INEDITE (DAL 3 GIUGNO 2024 AL ...)

 

TRASPARENZE

A volte, la memoria, il ricordo,

possono rendere visibile un’anima invisibile

attraverso trasparenze riflesse in uno specchio,

una vetrina sul mondo, sulla storia,

così da dare alla materia, al volto d’una donna,

nuova vita, uno sguardo interiore, che riviva 

con un’energia che dia luce a nuove emozioni,

da illuminare con un volto evanescente,

l’invisibilità dell’anima.

 

Trieste, 3 giugno 2024

 

DAL CASTELLO DI SANTENA

 

Dai giardini del Parco Cavour,

dai secolari platani,

gli stucchi della Sala Diplomatica

si intravvedono,

come gli sposi, solari e felici,

a ricevere una ghirlanda di profumi,

dell’Albese e delle colline Chieresi,

a un passo da Moncalieri

e Carmagnola,

luoghi celebri della nostra terra,

della nostra bella Italia, della nostra

storia.

 

Trieste, 29 giugno 2024

 

FUGGEVOLI BACI E FUGACI ABBRACCI

 

Non c’è che scarsa luce nella stanza,

eppure le pupille dei tuoi occhi neri,

nerissimi,

come quelli d’un’aquila libera

e fiera, che plana nel cielo al primo

vento e solca onde agitate,

sono stelle comete di gioia per il mio

cuore dolente, per la mia anima inquieta.

Tanta luce,

così inopinata in questa notte priva

d’ebbrezza, senza luna, da togliermi

il respiro,

da farmi tramortire al solo pensiero

d’un fuggevole bacio, d’un fugace

abbraccio.

Trieste, 8 luglio 2024

 

RIVIVERE A MICENE

 

A te mia Achea,

dai lunghi capelli corvini

sciolti fino al grembo,

un Buon Cammino insieme,

dalla Porta delle leonesse,

fino all’Ade profondo,

una vita noi abbracciati,

per il continuo desiderio

di aversi, tu vera argiva,

a berti i miei baci,

freschi come rugiada,

vera ambrosia immortale,

la tua gioia a significare

la misura del nostro imperituro

amore.

 

Trieste, 16 luglio 2024

 

DAL CANTICO DI SALOMONE

 

Tu, l’Eletta,

hai il sacro dono

di illuminare i pensieri, le parole

e i tuoi suoni, di cui sei padrona,

allietano il palpito degli innamorati

nelle sere d’estate e rendono tenui

i loro sussulti nella notte.

Ecco il tuo potere,

ammaliare gli occhi con la bellezza

e dare all’udito i meravigliosi volteggi

delle note nell’aria,

come ai tempi di Re Salomone,

quando le cetre e le arpe rendevano

magiche le sere della regina della terra

di Saba, tanto sapiente e bella

da stordire gli uomini,

come Sulamita nei versi fatti di baci

su baci al tanto amato Re.

 

Trieste, 17 luglio 2024

 

 

L’inquietudine,

che traspare dai suoi occhi

pensosi,

si accentua nella sagoma

del suo volto su una parete

spoglia,

un’ombra cinese che parla

da sola dei sussulti d’un’anima

affranta per tanto dolore,

che desidera amore, nient’altro

che il proprio respiro all’unisono

col suo uomo,

in un amplesso infinito,

per andare oltre il destino avverso,

verso momenti felici,

intinti del colore dei baci, blu,

azzurri,

come le notti piene di stelle,

di tante Vaghe stelle dell’Orsa.

Trieste, 4 settembre 2024.

 

 

UN LONTANO RICORDO

 

Il pendolo oscillava davanti

agli occhi,

un moto perpetuo, quasi ossessivo.

Era la vita

che se ne andava in silenzio,

troppo presto,

o più semplicemente voleva

annunciare un nuovo amore?

Una fronte con la frangetta,

per dare una vertigine,

un inatteso stordimento,

per un non so che cosa.

Lecce, 24 dicembre 2024

 

GIACOMO GARZYA

 

 

PREFAZIONI, PRESENTAZIONI E RECENSIONI DEI MIEI LIBRI DI POESIE E FOTOGRAFIE PUBBLICATI NEGLI ANNI 2023-2024, MOSTRE FOTOGRAFICHE 

 

PREFAZIONE ALLA SEDICESIMA RACCOLTA DI POESIE DI GIACOMO GARZYA, “IL RIVERBERO DELLE PAROLE”, ROMA 2023, DANTEBUS EDIZIONI, pp. 1-96.

«Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno fra le dita.» (Alda Merini)
Possono bastare i versi a raccontare la storia di una vita? Con la si gnorilità e l’eleganza di un Umberto Saba, l’autore Giacomo Garzya prova a rispondere concretamente a tale interrogativo. Ecco che, al lora, il lettore si trova catapultato – nell’intensa silloge poetica Il ri verbero delle parole – all’interno di un ambiente a cavallo tra il sogno e la realtà, tra il visibile e l’invisibile, dove il poeta invita ad ascoltare bene e a seguire il filo di voce lontana che si confonde con il fruscio delle foglie. Il logos poetico, dunque, diviene il filo d’Arianna sonoro che conduce dall’ombra alla luce, platonicamente facendo uscire dalla grotta, dantescamente dalla selva oscura a riveder le stelle. Il riverbero delle parole, dunque, è la via da seguire, tanto nei momenti difficili, quanto quando ci sono da fare scelte sulla direzione da prendere, esatta mente come una citazione biblica sullo Spirito: “Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il rumore…” «Tutto era incomprensibile, fioco, surreale, come la tua immagine sbiadita nella mia mente, una pagina gialla consunta dal tempo, sgualcita nella memoria, ma pur sempre presente, a dirmi dell’opacità d’un mondo di tenebra, nel pieno d’una notte d’angoscia, con te non più accanto.» (Giacomo Garzya) Ecco che, allora, “al di là della siepe” inizia un incredibile viaggio, dove proprio come l’Ungaretti de I fiumi, poeta e lettore possono immergersi nel flusso della propria storia, vista e sentita come un unicum. Giacomo dissotterra il “porto sepolto” e da lì iniziano una serie di traversate, avventurose, emozionanti, tra presente, passato e futuro, tra visione e memoria, dove Giacomo diviene il “capitano” di Whitman. Il golfo di Trieste, la bora, le amate montagne, dalle Dolomiti ai ghiacciai, l’amore, i momenti difficili come quello della pandemia da Covid-19, l’alternarsi delle stagioni della terra e dell’animo, il sentire la forza ed il peso della tradizione artistica, sino a toccare anche lidi esotici pur di scovare e condividere Bellezza e Amore. Come Ulisse, quindi, il poeta può felicemente approdare di nuovo alla sua Itaca perché vive e ha vissuto la vita intensamente, non inseguendo il canto fallace delle sirene, ma il suono della veritas delle parole… «Domani sarà festa per me […] un bel traguardo i Settanta […]. Occorre sempre esser contenti di esser nati e pensare fermamente che la vita è un dono, soprattutto quando è colorata di brutto. […] Ora, con tutti gli acciacchi, sono ancora più contento di vivere e di esser nato e quando mi arriva una buona nuova, come un segno di pace […] sono felice.» (“Per i miei settanta nel giorno di Santa Cecilia”)

Massimo Gherardini

 

PREFAZIONE A GIACOMO GARZYA, “LE VIE DELL’IMMAGINE. Scatti in cammino”, ROMA 2023, DANTEBUS EDIZIONI, pp. 1- 202 (con 183 foto tra analogiche e digitali)

«I luoghi hanno un’anima. Il nostro compito è di scoprirla. Esattamente come accade per la persona umana.» (James Hillman, “L’anima dei luoghi”)
L’intenso autore Giacomo Garzya eleva la sua arte dalla terra al cielo, per poi effettuare un volo a planare sulla terra che conduce l’osservatore-lettore in un incredibile viaggio, in cui perdersi per ritrovarsi, dove smarrirsi per riscoprire l’essenza, la fiamma viva dell’esi stenza e del mondo. Anche se ogni opera è minuziosamente corredata di data e di indica- zione geografica, l’arte di Giacomo valica limiti e confini spazio-temporali e, soprattutto, riesce a condurre da un cammino personale ad una via universale. Eppure, da subito l’os servatore avverte un quid misterioso e vitale che aleggia dietro e dentro ogni foto. Si tratta di quello che i classici chiamavano genius loci, ovvero un nume tutelare che aleggia, alita, custodisce, come un’entità viva e pulsante, ogni luogo. Sarà, infatti, capitato a tutti di av vertire una sensazione entrando in un luogo – una città, una nazione, un paese, un paesag- gio, un museo – che fa percepire un qualcosa di caratteristico, di distintivo, una sorta di energia fisica e psichica. «Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati.» (Antonio Tabucchi) Napoli, Venezia, Parigi, Gerusalemme, Capri, Ischia, Zante, Santa Maria di Leuca, Procida, Urbino, Acitrezza, Kokàla, Parigi, Karpathos, Pantalica, Santorini, Creta, Konia, Sultan- hani, Zelve, Goremem, Istanbul, Rodi, Luxor, Karnak, Safaga, Oulu, Rovànieni, Mauritius, Petra, Tel Aviv, Casablanca, Rabat, Fès, Marrakech… la bellezza, il calore, il colore, l’ener gia delle opere di Giacomo parlano alla nostra parte più ancestrale, più profonda e miste riosa, più irrazionale, ma sempre esistita, capace di guidarci lungo il cammino del sentiero della vita. I faraglioni di Capri, gli antichi tempi egizi, il Vesuvio, la spianata di Gerusa lemme, la valle di Petra, uniscono epoche, storie, sensi, mente, cuore, anima. «Ci si lega spiritualmente a luoghi, persone o cose che si incontrano sul proprio cammino perché marcano momenti particolari del proprio divenire.» (Jung) Giacomo Garzya sulla scia degli antichi Greci e Romani prima, poi di Jung e di Hillman, recupera l’antica nozione di una natura “animata” che assorbe i pensieri e le tradizioni degli uomini che la abitano da secoli o millenni. Il fotografo, in particolar modo, è colui che crea un legame empatico con i luoghi che visita. Una delle grandi caratteristiche dell’ar- tista Giacomo Garzya è proprio quella di saper cogliere tale anima e farla conoscere al lettore, riuscendo magicamente a chiuderla e a custodirla anche nelle sue fotografie così come appare manifestandosi nel Cristo Pantocrator dello scatto Cristo a Bivongi, agosto 1994, Napoli Arte. Il genius loci diviene, dunque, il genius artis, il genius mundi… «Esistono luoghi che ci chiamano, magari anche da molto lontano. Non ne conosciamo la ragione, ma, ancora prima di averli visti, sappiamo che seguendo il loro richiamo ritroveremo un pezzo della nostra anima.» (Silvia Montemurro)

Massimo Gherardini

 

PREFAZIONE A GIACOMO GARZYA, “FRAMMENTI DI MEDITERRANEO”, ROMA 2023, DANTEBUS EDIZIONI, pp. 1-202 (con 182 foto tra analogiche e digitali)

 

«A un certo punto della sera e del mattino l’azzurro del Mediterraneo supera ogni immaginazione o descrizione. È il colore più intenso e meraviglioso, credo, di tutta la natura.» (Charles Dickens)

Con il vento dell’arte e dell’emozione che soffia dolcemente, l’intenso autore Giacomo Garzya spiega le vele e le braccia della sua imbarcazione e conduce sé e il lettore-osservatore in un magnifico viaggio di bellezza. In questa raccolta fotografica – intitolata Frammenti di Mediterraneo – si compie una traversata del Mediterraneo, di cui il fotografo coglie la meraviglia in luoghi, culture, monumenti, situazioni, suggestioni. Dagli estremi confini orientali fino alle Colonne d’Ercole, Giacomo allestisce in immagini un intenso e accorato mosaico, che è anche un viaggio nelle epoche, dagli antichi greci fino ad arrivare all’era contemporanea. Ogni tessera, come suggerisce il titolo stesso dell’opera, è un frammento fondamentale che narra già nel suo piccolo lo splendore del tutto. Onda dopo onda, riva dopo riva, terra dopo terra, paese dopo paese, città dopo città, storia dopo storia, monumento dopo monumento, l’artista riesce nell’impresa di far abbracciare al lettore il Mediterraneo in tutta la sua essenza. «Nei tuoi occhi balenano moltitudini di vele iridescenti, nella spensierata speranza di cogliere un alloro, che si sia primi nella gara o ultimi, non importa. Non è un sogno, ma su una barca veleggia il tuo amore, che all’orizzonte scorge l’infinita gioia dell’infinito, in un mare opalescente, come il suo cuore. Tante vele al vento fresco di bora, tutte agognanti la meta, in un giorno, dove le trasparenze marine, sono figlie del sole.» (“Barcolana”, Giacomo Garzya)

Il Mediterraneo, dunque, viene svelato come preziosa culla della cultura e crocevia di popoli, che bagna luoghi di infinita meraviglia, laddove il suo essere anche teatro di infausti drammi e orrori viene riparato da Giacomo con la bellezza. Come nell’arte del kintsugi giapponese, ogni foto è una colata d’oro che restaura ogni crepa e rimette insieme ciascun frammento. Capri, Ischia, Procida, Nerano, Amalfi, Gallipoli, Malta, Palermo, Melilli, Taormina, Siracusa, Noto, Pergamo, Creta, Khitira, Skorpiòs, Santorini, Monemvasia, Zakinthos, Paestum, Mikonos, Delos, Sifnos, Santorini, Isola di San Pietro, Tharros… tutto concorre al Bene e alla Bellezza, sempre con lo sguardo affascinato e pieno di stupore di un fanciullo, che si meraviglia di fronte ad ogni nuova affascinante scoperta, come se fosse sempre la prima volta. Simbolo ed icona dell’artista e della sua fotografia diviene l’elicriso, come nello scatto Il mio Mediterraneo, che si erge sulla scogliera, ricordando la ginestra indomita di Leopardi sul Vesuvio, come simbolo di un amore eterno ed immortale. Giacomo, novello Ulisse, segna le tracce del nostos alla patria delle emozioni. «Tutto è scritto nel Mediterraneo.» (M. Nunnari)

Massimo Gherardini

“Fermo immagine a Nord Est” ed “E’ la vita”

GIACOMO GARZYA comunica che sono in vendita on line (unilibro.it, ibs.it, ecc.) e nelle librerie di Trieste, sia il suo nuovo libro fotografico “Fermo immagine a Nord Est”, con 337 immagini (in gran parte foto scattate tra il 2023 e il 2024, ma anche con delle sue foto in b/n di Praga, di qualche giorno prima dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica, il 18 agosto 1968, lui quindicenne), edito da Franco Rosso, Trieste 2024, pp. 1-376, sia la sua diciottesima raccolta di poesie “E’ la vita”, con prefazione di Alessandro Quasimodo, Villanova di Guidonia 2024, Aletti Editore, pp. 1-110.

PREFAZIONE DI FRANCO ROSSO A GIACOMO GARZYA, “FERMO IMMAGINE A NORD EST”, TRIESTE 2024, FRANCO ROSSO EDITORE, pp. 8-9.

La prima fotografia che compare nelle pagine di “Fermo immagine a Nord Est” è stata scattata a Roma. Potrebbe sembrare una contraddizione…ma non lo è. Giacomo Garzya, a Roma, nella Galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani ha fotografato alcune mappe geografiche risalenti alla seconda metà del ‘500. Lo ha fatto da storico appassionato perché quelle carte testimoniano la capacità della Chiesa già cinque secoli fa di alimentare una concezione universalistica della sua missione nel mondo: storicamente, “italiana ed europeista”; teologicamente “globale”, nel senso di uguale in varie in varie altre parti del mondo ma differenziata a seconda della pluralità dei popoli e delle culture presenti. Le mappe fotografate (ma una sola è stata esemplificativamente pubblicata) focalizzano l’area del Nord Est italiano spingendosi verso l’est europeo, coincidendo in pratica con la “Comunità di “Alpe-Adria” fondata a Venezia nel 1980 tra le Regioni e le Repubbliche delle Alpi orientali. In questa area geografica si sono sedimentate civiltà millenarie, dai romani al dominio austro-ungarico, e con questo riferimento storico-culturale Garzya
ha cercato, trovato e immortalato momenti di “bellezza”, riconoscendoli in alcuni paesaggi, negli scorci, nei palazzi, nelle architetture, nelle decorazioni, negli ambienti della vita quotidiana e in alcuni volti.

Scorci inattesi, particolari nascosti, punti di vista mai scontati, nei quali Garzya ha colto l’attimo, scattando senza mai mettere in posa nessuno, intrecciando la sua cultura, la passione per la storia e la poesia, con la fotografia. Lo ha fatto da fotografo che quando scatta sa già quello che mostrerà al fruitore, facendo vedere una realtà che è già una sua realizzazione estetica.

D’altronde Marcel Proust diceva che la fotografia ci mostra cose che non esistono più come sono state viste dal fotografo. Chi osserva poi le foto le interpreta aggiungendo la propria  immaginazione, sentimenti, significati e connessioni personali.
La precisione dell’inquadratura che sempre coincide con lo scatto, la campitura felice, il ritmo cromatico, sono la cifra stilistica del Garzya fotografo, con un riverbero storico nelle didascalie che accompagnano le foto per contestualizzale e – se opportuno – forniscono le coordinate essenziali per collocarle nella storia o nello spazio.
L’itinerario di “Fermo immagine a Nord Est” che parte da Trieste e arriva a Budapest, passando per il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, l’Austria, la Slovenia, l’Istria e Praga, è stato vissuto da Garzya seguendo l’istinto, più che una programmazione a tavolino, rincorrendo esclusivamente la “bellezza”, quella bellezza che non lascia indifferenti: ma, tant’è, lo scopo non era quello di fare un catalogo, ma di cercare il momento più che il documento. Per questo le immagini raccontano molto dell’autore, della sua sensibilità, della sua cultura, e in ogni scatto si percepisce istinto, esperienza, mestiere e curiosità.

Nelle pagine di questo libro sono riprodotte 337 fotografie frutto dell’occhio di uno storico e poeta che ha cercato nel Nord Est italiano ed europeo la “bellezza”, con l’intento di condividerla e non semplicemente di appropriarsene per sé “, facendo sua la lezione di Henri Cartier-Bresson che era convinto che nel fotografare bisogna ” mettere la testa, l’occhio e il cuore sullo stesso piano”.

Franco Rosso

PREFAZIONE DI ALESSANDRO QUASIMODO ALLA MIA DICIOTTESIMA RACCOLTA: “È LA VITA”, VILLANOVA DI GUIDONIA 2024, ALETTI EDITORE

 “È così la vita, un eterno ritorno/ nei luoghi dell’anima.”

Questi due versi enunciano la poetica di Giacomo Garzya: ritrovare nel passato e riscoprire nel presente un percorso interiore che dia significato alla vita. È un itinerario che induce a riflettere e a non accontentarsi delle apparenze. Mentre i ricordi si intrecciano, possiamo meditare sugli obiettivi da raggiungere e sui valori autentici da salvaguardare.

Purtroppo le guerre, la logica del profitto, l’assenza di dialogo prevalgono nella nostra società. Non è facile trovare elementi positivi che indichino speranza in un mondo migliore, eppure bisogna cercare quella luce che si intravede, almeno a tratti.

Ripensiamo a figure carismatiche, come Benedetto XVI, al clima di raccoglimento che cogliamo nei luoghi di culto, all’essenza del messaggio evangelico. Pregare a Santiago di Compostela o nella propria casa diventa l’occasione per capire e orientarsi nella realtà. Non si tratta solo di seguire un rituale, ma di modificare comportamenti, in una ricerca interiore continua. Come il vento che soffia senza sosta, anche noi non dobbiamo fermarci, ma metterci sempre in discussione. L’amore stesso è dinamico, privo di stereotipi.

L’arte aiuta perché innalza moralmente e spiritualmente.

L’autore dedica diverse liriche a pittori come Fabio Colussi, Silvia Ciaccio, Cinzia Platania, Patrizia Grubissa che, in alcune esposizioni a Trieste, con le loro opere, vibranti per le variazioni cromatiche, hanno saputo comunicare profonde emozioni. Si colgono orizzonti illimitati, fatti di luce e di metafisico immenso, rami spogli che traggono linfa da una pallida luce, uno spirito immaginifico e creativo, un mare triestino pieno di vele sognanti.

La bellezza purifica ed eleva l’uomo. Vengono in mente le statue del Canova, il poemetto Le Grazie, l’ode All’amica risanata di Foscolo in cui lo spirito inquieto dell’uomo si placa almeno momentaneamente.

Si verifica una sorta di sublimazione che allontana da tanti influssi negativi.

Anche la memoria svolge un ruolo importante perché distoglie dalla monotonia quotidiana, che fa smarrire le mete prioritarie da raggiungere: “Nei ricordi indelebili della mia/ infanzia, tra i più riposti del cuore,/ l’intenso profumo della lavanda/ nei campi di Provenza,/ così intenso da stordire la mente,/ così gli alambicchi per gli oli/ essenziali a Grasse…/ Erano camminate liete nei miei/ anni felici, nei più dolci campi/ di Francia, i colori ancora vividi/ nella memoria”.

Il testo si trasforma in immagini, ricche di fascino, che catturano la nostra attenzione. Nostalgia, desiderio di rivivere istanti irripetibili si impadroniscono di noi che condividiamo l’esperienza dell’autore.

L’uso dell’enjambement ha la funzione di sottolineare parole chiave come: mia, miei, oli, campi in un preciso rapporto tra micro e macrocosmo.

L’anafora così intenso – così gli alambicchi mette in rilievo l’intensità delle sensazioni provate, fornendo correlativi oggettivi che suggeriscono una lettura simbolica dell’opera.

Garzya ottiene risultati di spicco soprattutto quando tratta tematiche di carattere esistenziale.

1° ottobre 2024

GIACOMO GARZYA: ARTICOLI SULLA STAMPA 2024

A)

DA “IL PICCOLO” DEL 4 APRILE 2024, UN ARTICOLO DI FRANCESCA SCHILLACI

TRIESTE – ALLE ORE 18 AL CAFFÈ SAN MARCO

“Le vie dell’immagine di Giacomo Garzya dentro il Mediterraneo”

Fotografare gli attimi e racchiuderli per sempre è una lotta contro il tempo, una sfida alla memoria che tende a sbiadire i dettagli, ad alterare i frammenti e spesso ad offuscarli. Il modo migliore è dare a ogni scatto un contesto in cui permanere, come ha fatto il fotografo e poeta napoletano Giacomo Garzya raccogliendo le fotografie di vari viaggi nel Mediterraneo e in reportage di altri luoghi nei volumi “Le vie dell’immagine” e “Frammenti di Mediterraneo” editi da Edizioni Dantebus (Roma) con le introduzioni di Massimo Gherardini, che verranno presentati oggi, alle 18, all’Antico Caffè San Marco (via Cesare battisti 18). Presenta il critico d’arte Franco Rosso.

Da sempre attento ai particolari del quotidiano, Garzya inizia a fotografare da giovanissimo affiancando la passione per la fotografia, che diventa un vero e proprio mestiere, con la composizione poetica. Le due arti non vengono fuse all’interno dei due volumi, ma come sottolinea Franco Rosso “le due espressività creative si interfacciano e si sintetizzano” comunque l’una nell’altra, rendendo la fotografia di Garzya una sorta di processo poetico tanto quanto le sue poesie assorbono l’immediatezza dello scatto.

Pluripremiato in concorsi letterari e fotografici, l’artista cerca nella fotografia la possibilità della permanenza, dove ogni cosa diventa immortale e anche la memoria non ha più spazio per confondersi. Il Mediterraneo in particolare è il luogo che Garzya sente vicino, crocevia di culture e di merci, di persone e di storie che si sono affacciate, è la zona geografica che perde valore pragmatico per assumere una dimensione romantica, destinata a suggerire sempre nuove strade, nuovi inizi, sconfinate possibilità. Allo stesso modo, seppur in senso più generico, singoli frammenti di vita, di viaggi e di persone rappresentano “Le vie dell’immagine”, una raccolta di reportage a colori, dove ogni scatto detta un luogo, da Gerusalemme a Napoli, dal Marocco a Venezia e l’artista ne imprime i dettagli che spesso risultano differenti dalla realtà o dal ricordo che si conserva. “Fotografia e poesia, poesia e fotografia in Giacomo Garzya – scrive Franco Rosso – si interconnettono e si completano a volte integrandosi, irradiando riverberi emotivi che diventano un diario dell’anima e un invito a non mollare mai il personale viaggio alla ricerca della storia, della cultura e della bellezza”.

Francesca Schillaci

B)

DALLA RIVISTA “IUPPITER NEWS” (storie, attualità, passioni e media”, Cultura), 30 maggio 2024.

“Giacomo Garzya, l’arte del poeta fotografo.
Successo per i nuovi libri ‘Frammenti del Mediterraneo’ e ‘Le vie dell’immagine'”, 

di Mario Vittorio D’Aquino

Il viaggio come mezzo per raccontare la poesia attraverso le fotografie. Questo è al centro delle ultime opere di Giacomo Garzya, classe 1952, partenopeo d’origine ma cittadino del mondo, laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli, appassionato di scrittura e di istantanee. Napoli, Venezia, Gerusalemme, Fes, Casablanca, Zante, Procida, Capri, Creta, Santorini, Mykonos, Parigi, Cetara, Karpathos, Mauritius, Sifnos, Delos, Malta, Gallipoli, Taormina sono solo alcune delle tappe che fanno da sfondo ai soggetti che Garzya ha scelto di immortalare nei suoi scatti. Queste località sono state d’ispirazione al bardo della macchina fotografica per i suoi ultimi lavori pubblicati nel 2023 con Dantebus Edizioni: Le vie dell’immagine e Frammenti del Mediterraneo. Due raccolte emozionanti di immagini che svelano la meraviglia dei luoghi, la storia scolpita nei monumenti, il segreto di antiche culture contenute in due reportage ricchi di illustrazioni che si rivolgono alla sfera umana più ancestrale, sconosciuta e inesplorata. Dall’estremo Oriente alle Colonne d’Ercole, da Marrakech a Istanbul passando per Tel Aviv, Garzya con i suoi ultimi libri allestisce un intenso mosaico di scatti che sprigionano poesia e colore, scavando con la potenza di un clic nelle profonde passioni, negli arcani misteri, nelle bellezze ignote dei luoghi del mito che sceglie di visitare. Le opere sono due maestosi archivi di tessere che viaggiano attraverso le epoche, frammenti narranti dello splendore del tutto capaci di accendere il cammino del sentiero della vita.

Oltre alla fotografia l’altra passione per il viaggiatore dell’anima è la prosa. Giacomo Garzya, ex professore di materie letterarie, ha partecipato infatti come finalista a diversi concorsi poetici. Nel 2023 ha ricevuto una “menzione speciale al merito” all’ottava edizione del Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo”, presieduto dal figlio del celebre letterato Alessandro. Dal 1998 a oggi ha visto concretizzarsi la passione per la poesia pubblicando sedici libri monografici, ultimo dei quali Il riverbero delle parole (Dantebus Edizioni, 2023). Trasferitosi da Napoli vive ormai da diversi anni a Trieste, città di storia e di mare, che affonda le sue radici culturali tra l’Italia culla del Mediterraneo e il fascino austero della Mitteleuropea. Non ha mai abbandonato il suo piglio partenopeo che, insieme al suo sconfinato bagaglio culturale, ha consentito a Giacomo Garzya di entrare a far parte stabilmente nei più importanti salotti intellettuali triestini facendo conoscere a tutti la sua passione per il genere letterario e per l’arte dello scatto.

Mario Vittorio D’Aquino

C)

DA “IL PICCOLO” DEL 15 OTTOBRE 2024 UN ARTICOLO DI CLAUDIO ERNÈ, GIORNALISTA E FOTOGRAFO

ALLE 17,30 AL CIRCOLO DELLA STAMPA DI TRIESTE

” ‘Fermo immagine a Nord Est’ del fotografo Giacomo Garzya”

Un viaggio nella storia e nelle espressioni artistiche che l’hanno contrassegnata: dai palazzi e dai caffè di Trieste, ai castelli di Miramare e Strassoldo, passando per Duino, Gorizia, Udine, Spilimbergo. E poi Pordenone, Venezia, Vienna, Budapest e Praga. In 337 fotografie Giacomo Garzya racconta il suo peregrinare in mezza Europa con obiettivi, pellicole, fotocamere e memorie inserite all’interno di uno smartphone.

L’editore Franco Rosso ne ha ricavato un ponderoso volume a cui ha dato il titolo “Fermo immagine a Nord Est”. Oltre alle immagini dei monumenti storici ripresi anche nei loro interni, tra le 370 pagine sono inseriti tramonti rosso fuoco che si riflettono nell’Adriatico e nei canali di Venezia, assieme a gondole e in un paio di maschere del famoso Carnevale che si svolge in laguna.

Il volume sarà presentato oggi, alle 17,30, al Circolo della Stampa di Trieste (Corso Italia 13) dal giornalista Pierluigi Sabatti e dall’editore Franco Rosso. All’incontro sarà presente anche l’autore Giacomo Garzya. “In totale abbiamo stampato 500 copie in quadricromia, usando una carta da 150 grammi per far risaltare al meglio la qualità delle riprese fotografiche di Giacomo Garzya. Le sue immagini puntano sulla bellezza che l’autore intende condividere con i lettori – spiega l’editore Franco Rosso -. Le fotografie sono state scattate seguendo il proprio istinto, più che obbedendo a una programmazione a tavolino, ricorrendo esclusivamente a quella bellezza che non lascia indifferenti. Per questo le immagini raccontano molto dell’autore. In particolare della sua sensibilità, della sua cultura: in ogni scatto si percepisce istinto, esperienza, mestiere e curiosità”.

Nelle 370 pagine di “Fermo immagine a Nord Est” la presenza umana è estremamente rara e puramente occasionale. L’autore non ha voluto soffermarsi su uomini, bambini e donne nei loro momenti della vita di ogni giorno.

Non si vedono treni affollati, studenti impegnati in aule e biblioteche col capo chino sui libri, non compaiono ragazzi in bicicletta o anziani con l’ombrello aperto. Il mondo rappresentato nelle pagine di “Fermo immagine a Nord Est”, è un mondo da day-after, dove i monumenti, i palazzi, i ponti, gli affreschi, gli altari, le colonne e i capitelli sono perfettamente integri ma la vita che si svolgeva attorno a essi, è magicamente scomparsa. A testimonianza del mondo che fu e degli umani che vi agivano, sono pubblicate due fotografie. Una della miliardaria, mecenate e collezionista d’arte americana Peggy Guggenheim, l’altra del poeta, scrittore e regista friulano Pierpaolo Pasolini e un’altra ancora del padre della psicanalisi Sigmund Freud.

Giacomo Garzya, originario di Napoli dove è stato insegnante e ricercatore in campo storico, da qualche tempo è diventato cittadino di Trieste; nelle ultime pagine del volume scrive della sua attività di fotografo e affronta in poche righe il problema dell’evoluzione della fotografia, in dettaglio della progressiva uscita di scena degli apparecchi da ripresa così come li abbiamo conosciuti. Dunque non più reflex e tantomeno “mirrorless”. “Oggi preferisco utilizzare uno smartphone assai evoluto che possiede un sensore di ultima generazione e quattro obiettivi di alta qualità – spiega Garzya -. Questo apparecchio rappresenta una grande evoluzione che nel giro di pochi anni è stato in grado di farmi realizzare ottime stampe fino al formato di un metro per 70 centimetri”.

Tra questi “scatti” molti sono finiti nel libro “Fermo immagine a Nord Est”. Aprite le pagine e ne avrete la conferma.

Claudio Ernè

D) GIACOMO GARZYA: RECENSIONI AL LIBRO “È LA VITA”, 15-20 NOVEMBRE 2024

 

“È la vita”. Nei versi la ricerca dell’uomo nel suo divenire

“L’esistenza è un dono e bisogna accettarla come viene, nella gioia e nel dolore. La vita di per sé è un gran privilegio, non va assolutamente sprecata, va vissuta pienamente e dà la possibilità di vivere attimo per attimo il presente, guardando con speranza al futuro, ma anche ripercorrendo a ritroso i momenti belli della vita”.

Parla così Giacomo Garzya, autore originario di Napoli ma che vive a Trieste, del suo ultimo libro “È la vita”, pubblicato nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. Questa raccolta – precisamente la diciottesima scritta dal poeta e fotografo, laureato in Storia moderna e già docente di materie letterarie -, come già la prima, dal titolo “Solaria” del 1998, vuole coltivare l’Io lirico, essere un’introspezione non intimista, bensì universale, un diario dell’anima, un “romanzo della vita”, alla Umberto Saba.

È così la vita, un eterno ritorno/ nei luoghi dell’anima. Questi due versi – scrive, nella Prefazione, Alessandro Quasimodo, attore, regista teatrale e poeta, figlio di Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura italiana – enunciano la poetica di Giacomo Garzya: ritrovare nel passato e riscoprire nel presente un percorso interiore che dia significato alla vita. È un itinerario che induce a riflettere e a non accontentarsi delle apparenze. Mentre i ricordi si intrecciano, possiamo meditare sugli obiettivi da raggiungere e sui valori autentici da salvaguardare”. Data anche la sua formazione storica, per l’autore il passato riveste un’importanza rilevante nella vita presente e la memoria distoglie dalla monotonia quotidiana. “La mia poesia, fin dall’inizio, ha voluto essere un antidoto contro l’oblio del tempo, onde preservare i valori universali della nostra civiltà e tenere sempre vivi gli affetti e la memoria di quelli perduti”.

Nei versi del professor Garzya, in cui si intrecciano realtà e mito fantastico, vi è una continua ricerca esistenziale, in cui emergono gli amori, gli affetti, i luoghi, la natura, le radici mediterranee e nordiche, i paesaggi descritti con occhio fotografico. Ma, in questa silloge si legge, in maniera dirompente, una maggiore sensibilità verso l’uomo nel suo divenire storico, morale, religioso, negli anni drammatici in cui viviamo.

In oltre trent’anni di attività poetica, i versi di Giacomo Garzya si caratterizzano per il loro stile fluido e scorrevole, da poter leggere con naturalezza, instaurando con la scritta parola un rapporto naturale, empatico e colloquiale. “Credo che il mio poetare – conclude l’autore – sia un invito, ancor più oggi, a vivere il bello dell’esistenza; l’opera d’arte contrapposta al kitsch, cioè il cattivo gusto ripudiato da Gillo Dorfles, il trascendente: i soli doni atti a lenire il dolore e il pensiero della morte”.

 Federica Grisolia

(Vincenzo La Camera – Agenzia di Comunicazione)

in 1) “paese24.it”, 16 novembre 2024; 2) “oltrelecolonne.it”,  novembre 2024; 3) “pianainforma.it “, 15 novembre 2024; 4) “francolofrano.it”, 15 novembre 2024; 5) “sciscianonotizie.it”, 15 novembre 2024. Tale Comunicato Stampa è stato pubblicato in altre quindici riviste on line.

È la Vita di Giacomo Garzya: Un viaggio poetico tra memoria, introspezione e speranza

Riflessioni sulla vita attraverso i versi

 La poesia, per Giacomo Garzya, è un diario dell’anima, un mezzo per catturare l’essenza della vita in tutte le sue sfumature. Nel suo ultimo libro, “È la vita”, pubblicato nella collana “I Diamanti della Poesia” di Aletti Editore, l’autore ci guida in un percorso poetico che intreccia realtà e mito, memoria e introspezione, spingendoci a riflettere sui valori autentici e sull’importanza di vivere appieno l’esistenza.

 Il cuore dell’opera: un romanzo dell’anima

 Secondo Garzya, la vita è un dono da accettare nella sua interezza, fatta di gioie e dolori, un’opportunità per vivere il presente con speranza, ripercorrendo i momenti più belli del passato. Nei suoi versi emerge una sensibilità verso l’uomo e la sua evoluzione storica, morale e religiosa. La poesia diventa così un antidoto contro l’oblio, un mezzo per preservare i valori universali e la memoria degli affetti perduti.

Una poetica tra mito e realtà

 I temi centrali di questa silloge includono gli affetti, la natura, i paesaggi mediterranei e nordici, descritti con lo sguardo fotografico. Il passato, grazie alla formazione storica dell’autore, riveste un ruolo fondamentale, intrecciandosi con il presente per dare significato alla vita. Come sottolinea Alessandro Quasimodo nella prefazione, i versi di Garzya invitano a non accontentarsi delle apparenze e a riflettere sui valori autentici da salvaguardare.

Biografia dell’autore

 Nato a Napoli, ma residente a Trieste, Giacomo Garzya è poeta, fotografo e docente di materie letterarie, laureato in Storia moderna. Dal 1998, anno della sua prima raccolta “Solaria”, ha pubblicato 18 opere poetiche, sempre caratterizzate da uno stile fluido e scorrevole. La sua produzione è un continuo invito a scoprire la bellezza della vita, opponendosi alla superficialità e al cattivo gusto, secondo l’estetica di Gillo Dorfles.

Pier Carlo Lava

in “alessandria.today”, 16 novembre 2024

“È la vita” di Giacomo Garzya: la poesia come viaggio nell’anima

La nuova raccolta poetica del professor Giacomo Garzya esplora l’esistenza come un dono, tra introspezione universale e memoria storica.

L’arte poetica di Giacomo Garzya

 Giacomo Garzya, poeta e fotografo di origine napoletana residente a Trieste, presenta la sua diciottesima raccolta poetica “È la vita”, pubblicata nella prestigiosa collana “I Diamanti della Poesia” di Aletti Editore. Laureato in Storia moderna e già docente di materie letterarie, Garzya intreccia nei suoi versi una profonda riflessione sulla condizione umana, costruendo “un romanzo della vita” che si ispira a Umberto Saba.

Il messaggio dell’autore

 Con uno stile fluido e coinvolgente, Garzya invita i lettori a vivere ogni attimo dell’esistenza, trovando bellezza anche nelle difficoltà. “La vita è un dono, non va sprecata”, afferma il poeta, che vede nella memoria un antidoto contro l’oblio, un mezzo per preservare i valori universali e celebrare gli affetti. Nelle sue opere, la poesia diventa un balsamo per il dolore e un modo per affrontare il pensiero della morte.

La prefazione di Alessandro Quasimodo

 La raccolta gode della prefazione di Alessandro Quasimodo, attore, regista teatrale e figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo. Nelle sue parole, Quasimodo elogia la poetica di Garzya: “È un itinerario che induce a riflettere e a non accontentarsi delle apparenze, intrecciando ricordi e meditazione sugli obiettivi e i valori autentici”.

Temi e stile

 La poesia di Garzya abbraccia il mito, la realtà, i luoghi e la natura, descrivendo i paesaggi con un occhio quasi fotografico. Tuttavia, in questa raccolta emerge con forza una sensibilità verso i drammi morali e religiosi del nostro tempo. La sua scrittura, caratterizzata da uno stile scorrevole ed empatico, si propone come un dialogo universale con il lettore, esortandolo a riscoprire il bello dell’esistenza.

Conclusione

 Con “È la vita”, Giacomo Garzya offre un’opera poetica capace di dialogare con il passato e il presente, ricordandoci l’importanza di vivere pienamente. È un viaggio tra introspezione e memoria, un invito a riscoprire il valore dell’arte e della bellezza per affrontare le sfide della vita.

in “alessandria.today”, 20 novembre 2024

 

 

PUBBLICHE PRESENTAZIONI E MOSTRE FOTOGRAFICHE NELL’ANNO 2024

 

AL CAFFÈ SAN MARCO

1) GIACOMO GARZYA INVITO CAFFE’ SAN MARCO

GIOVEDÍ 4 APRILE
alle 18.00
all’ Antico Caffè San Marco

LE FOTOGRAFIE DI GIACOMO GARZYA in LE VIE DELL’IMMAGINE e FRAMMENTI DI MEDITERRANEO

GIACOMO GARZYA dialoga con il suo editore Franco Rosso

Giacomo Garzya è poeta e fotografo. Lo è da più di trent’anni , affiancando al percorso poetico – autobiografico, intimista, introspettivo, diario della sua anima e di tutte le anime pensanti – in forma complementare la fotografia. Le due espressività creative si interfacciano e si inverano reciprocamente e insieme sintetizzano una curva esperenziale di vita impostata sugli studi storici, in particolare sulla controriforma, per giungere alla poesia parallelamente al ruolo di Professore di lettere. Una espressività creativa che quindi nasce dalla cultura e diventa l’esemplificazione plastica di quanto affermava Oscar Wilde : “Coloro i quali trovano nelle cose belle significati belli, sono persone colte. Per questi c’è speranza”.

 

2) INVITO (CARTONCINO)

GIACOMO GARZYA FOTOGRAFO

Giovedì 4 aprile 2024 alle ore 18

Presentazione dei libri fotografici “Frammenti di Mediterraneo” e “Le vie dell’immagine” (ambedue Edizioni Dantebus – Roma) di Giacomo Garzya all’Antico Caffè San Marco

Franco Rosso dialogherà con l’autore

Giacomo Garzya è poeta e fotografo. Lo è da più di trentanni, affiancando al percorso poetico -autobiografico, intimista, introspettivo, diario della sua anima e di tutte le anime pensanti – in forma complementare la fotografia. Le due espressività creative si interfacciano e si inverano reciprocamente e insieme sintetizzano una curva esperenziale di vita impostata sugli studi storici, in particolare sulla controriforma, per giungere alla poesia parallelamente al ruolo di Professore di lettere. Una espressività creativa che quindi nasce dalla cultura e diventa l’esemplificazione plastica di quanto affermava Oscar Wilde : “Coloro i quali trovano nelle cose belle significati belli, sono persone colte. Per questi c’è speranza”.

Garzya ha pubblicato, a partire dal 1998,  sedici raccolte di poesie e diversi libri fotografici: “Le vie dell’immagine” e “Frammenti di Mediterraneo” sono gli ultimi volumi pubblicati nel 2023.

Il primo è più generale, il secondo è monotematico con l’intento di rappresentare il suo concetto di Mediterraneo, culla della nostra civiltà, della nostra cultura , crocevia di popoli  e abbecedario di infinite bellezze. Due libri che rappresentano due viaggi, compiuti non da turisti ma da viaggiatori alla Alain Botton. In ambedue i libri emerge – al di là della eccezionalità della resa di ogni scatto fotografico – quell’impronta del Garzya fotografo che lo rende unico: la capacità di “scattare” con immediatezza sapendo configurare dall’inizio l’immagine con una campitura, con un taglio, con un ritmo che riscatta la foto dall’aspetto puramente estetico per farla diventare forma pensante, che parla, che coinvolge. D’altronde ogni scatto – alla fine- è un’opinione sulla cosa fotografata, qualsiasi cosa…e le immagini diventano idee e le idee nascono dalla cultura, dallo studio, dalla ricerca e dalla sperimentazione.

Fotografia e poesia, poesia e fotografia in Giacomo Garzya si interconnettono e si completano a volte integrandosi, irradiando riverberi emotivi che diventano un diario dell’anima e un invito a non mollare mai il personale viaggio alla ricerca  della storia, della cultura e della bellezza.

Franco Rosso

 

AL CIRCOLO DELLA STAMPA

INVITO (CARTONCINO)

FERMO IMMAGINE A NORD EST DI GIACOMO GARZYA

Martedì 15 ottobre 2024 alle ore 17,30

Presentazione del libro “Fermo immagine a Nord Est” di Giacomo Garzya al Circolo della stampa di Trieste

Intervengono l’editore Franco Rosso e il presidente del Circolo della Stampa, Pierluigi Sabatti, che dialogherà con l’autore

Giacomo Garzya (Napoli, 1952) ha pubblicato diciotto raccolte di poesie, album e libri fotografici, con alle spalle una vita dedicata alla cultura, agli studi storici e all’insegnamento di materie letterarie. Se i libri di poesie si rivelano diari della sua anima, quelli di fotografie testimoniano
la sua passione per i viaggi, sempre intendendo il viaggio come fonte di conoscenza, occasione per acquisire nuovi saperi, forma di relazione tra l’intimità dell’io e la storia e la realtà dei luoghi incontrati. Non sfugge a questa impostazione “Fermo immagine a Nord Est”, che raccoglie una
selezione di 337 fotografie che Garzya ha scattato recentemente (dopo essersi trasferito a vivere a Trieste) lungo un itinerario che si snoda dal Friuli Venezia Giulia e il Veneto per raggiungere la Slovenia, Vienna, Praga e Budapest. Immagini che irradiano riverberi emotivi e scrivono il
diario di un viaggio alla ricerca della storia, della cultura e della bellezza.

Franco Rosso

 

GIACOMO GARZYA ESPONE DI NUOVO NEL 2024, DOPO UNA LUNGA PAUSA IN SEGUITO ALLA TRAGICA SCOMPARSA DI SUA FIGLIA FANNY NEL 2008

 

ALLA SALA XENIA

1) GIACOMO GARZYA ESPONE ALLA SALA XENIA IN OCCASIONE DELLA MOSTRA COLLETTIVA DAL TITOLO “LA SPIRITUALITÀ CRISTIANA NELL’ARTE. A TRIESTE”, TRIESTE 7 – 19 MAGGIO 2024, CON SEI SUE FOTO (30×45) DI ALCUNI QUADRI DI SERENA NONO, RELATIVI ALLA PASSIONE DI CRISTO. IL TITOLO DELLA MOSTRA È: “LA PITTURA DELL’AMEN, SECONDO L’INTERPRETAZIONE DELL’INSIGNE TEOLOGO, ARCIVESCOVO BRUNO FORTE”.

2) QUI SOTTO LE DIDASCALIE RELATIVE ALLE FOTO DEI QUADRI, CHE HANNO ISPIRATO ANCHE LA MIA POESIA “LA PASSIONE DI CRISTO”:

Serena Nono  1) “Preghiera nell’orto”, 2000, olio su tela, 40×30 cm;  2) “Pietà”, 1999, olio su tela, 70×50 cm;  3) “Cristo deposto”, 1998, olio su tela, 50×70 cm;  4) “Giovanni, Maria e Maria Maddalena”, 1999, olio su tela, 50×70 cm;  5) “Maria Maddalena sotto la croce”, 1999, olio su tela, 50×70 cm;   6)  “Maria Maddalena sotto la croce”, 1998, olio su tela, 50×40 cm.   

3) PARTECIPA INOLTRE CON TRE SUE POESIE INEDITE

 

a) ALLA MESSA DEL PELLEGRINO

 

Se non vai a Campus Stellae,

non ti inginocchi davanti

al Sepolcro apostolico

di Santiago, come il Poverello

d’Assisi, non ascolti la messa

commosso, in pianto per i tuoi

peccati e non per l’indulgenza

plenaria, non puoi dirti cristiano.

È in questo luogo, più che

in tanti santuari di preghiera,

che ti vengono i brividi, come

solo al Santo Sepolcro, a te,

a moltitudini di giovani

dal Nicaragua, dal Costarica,

dal Messico, da tutto

il Centroamerica, come dal Sur

e da tanti altri paesi nel mondo.

Qui, come in nessun’altra parte,

la preghiera, la certezza d’una

resurrezione, d’una risoluzione

delle guerre, ogni giorno laghi

di sangue.

E al Pater Noster universale,

lo spagnolo universale suona

come dolce musica al cospetto

di Dio e alla consacrazione

dell’ostia, si è perdutamente

con Cristo nostro Salvatore.

 

Santiago de Compostela, Cattedrale, 9 agosto 2023

 

b) LA MIA “VIRGEN DE LA LECHE”

 

Io piego le ginocchia per Te,

mi genufletto nel più acuto dolore,

per invocare Te Madre,

nello splendore dell’alabastro,

nel porgerti al tuo unico Figlio,

Nostro Salvatore, inviato

a soffrire per noi, per salvarci tutti,

Lui sul Golgota, un Gesù già così

umano, fin dai primi gesti, tanto

da afferrare avido il Tuo seno.

Una “Maria Lactans” a Burgos,

piena d’amore, che allatta il Suo

bimbo divino, non può non

toccare l’animo più duro del più

grande fra i peccatori,

un atto materno il Suo, lo stesso

sentimento di tutte le mamme,

sublimato nella plasticità d’una

scultura, che resterà incarnata

per sempre nel cuore.

 

Burgos, Cartuja de Miraflores, 11 agosto 2023

 

[scritta dopo aver guardato la scultura

in alabastro, nella Certosa di Miraflores,

la “Virgen de la Leche” di Gil de Siloé

(1489-1493), nel monumento funebre

dei Re Giovanni II di Castiglia e Isabella

del Portogallo, genitori della Regina

Isabella di Castiglia]

 

c) LA PASSIONE DI CRISTO

 

a Serena Nono, per la sua opera

 

L’olio pigmentato, come santo, a intingere

sulle tue tele una Via della croce, un pathos

cosmico, universale, dove un Dio fattosi uomo

la morte vince per la nostra salvezza, le mani

giunte nel Getsemani, strette tra loro per darsi

forza al pensiero delle frustate, dei chiodi nella

carne, al pensiero della Madre dolente, di Maria

a sostenere un corpo strappato alla croce.
Figure oranti le tue, in un silenzio assordante

e tu a rappresentare tante Pietà, fino a un Cristo

morto, disteso, supino, come già vidi in Mantegna,

tanto da sconvolgere l’anima, la tua, così rappresa

nel dolore, da strappare le lacrime.
Le mani a coprirti il volto,

come in Maria di Magdala, perché tu non giunga

a guardare l’insopportabile, davanti allo specchio

della storia, un Christus patiens, le mani giunte

in preghiera per noi.

 

Trieste, 8 febbraio 2024

 

4) DA “IL PICCOLO” DEL 19 MAGGIO 2024

Appuntamenti

Alle 18

La spiritualità cristiana nell’arte a Trieste

Oggi, alle 18, nella Sala Xenia (Riva III Novembre 9), nell’ambito della Rassegna “La spiritualità cristiana nell’arte. A Trieste” organizzata da Studium Fidei, verranno presentati gli elaborati letterari dedicati al tema dell’evento. Carlo Fritsch e Antonella Bernardini leggeranno le poesie di Giacomo Garzya, Alda Merini, Davide Maria Turoldo e i racconti di Indira Gregovich e Cristina Melchiori.

 

ALLA BIBLIOTECA LIVIO PALADIN

1) GIACOMO GARZYA, MOSTRA FOTOGRAFICA “NON SOLO BIBLIOTECHE. RACCOLTA E DIVULGAZIONE DEI SAPERI” ALLA BIBLIOTECA DEL CONSIGLIO REGIONALE FVG “LIVIO PALADIN”, DA GIOVEDÍ 23 MAGGIO A  VENERDÍ 21 GIUGNO 2024 (via Giustiniano, Direttore Dott. Massimiliano Pastrovicchio, tel. Ufficio: 0403773101).

ESPOSTE 19 FOTO: 3 in formato 30×45 e 16 in formato 20×30

INAUGURAZIONE il 23 MAGGIO ALLE ORE 17.

 

2) DIDASCALIE DELLE FOTO IN ESPOSIZIONE:

 

1) Maestosa scala di accesso alle Sale monumentali della Biblioteca Marciana (detta anche Sansoviana), Venezia 27 aprile 2024 (stampa: 30×45)

2) Biblioteca Arcivescovile Delfiniana, sul modello dell’Ambrosiana, nel Palazzo Patriarcale, Udine, 17 marzo 2024 (stampa: 30×45)

3) Biblioteca del Castello di Duino, 23 marzo 2024 ( stampa: 30×45)

4) Biblioteca Marciana, il Mappamondo di Fra’ Mauro (1450 circa), Venezia 27 aprile 2024 (stampa: 20×30)

5) Biblioteca Marciana, il Mappamondo di Fra’ Mauro (1450 circa), particolare: l’Europa e il Mediterraneo, Venezia 27 aprile 2024 (stampa: 20×30)

6) Biblioteca del Museo Teodoro Correr a Piazza San Marco, cartografia storica, portolano (manuale di navigazione coi disegni dei porti del Mar Mediterraneo), Venezia 12 aprile 2024 (stampa: 20×30) 

7) Biblioteca del Museo Teodoro Correr a Piazza San Marco, cartografia storica, portolano (pergamena manoscritta, in cui si disegna l’Adriatico: dalla Slavonia alla Costa dalmata, alla Costa italiana), Venezia 12 aprile 2024 (stampa: 20×30)

8) Biblioteca del Museo Teodoro Correr a Piazza San Marco, libri, Venezia 12 aprile 2024 (stampa: 20×30)

9) Biblioteca del Museo Teodoro Correr a Piazza San Marco, Mappamondo sferico Mercatore e libreria, Venezia 12 aprile 2024 (stampa: 20×30)

10) Biblioteca Guarneriana, Sala Fantaniniana, San Daniele del Friuli, 26 aprile 2024 (stampa: 20×30)

11) Biblioteca Guarneriana, Sala Fantaniniana, San Daniele del Friuli, 26 aprile 2024 (stampa: 20×30)

12) Biblioteca Arcivescovile Delfiniana, sul modello dell’Ambrosiana, nel Palazzo Patriarcale, Udine, 17 marzo 2024 (stampa: 20×30)

13) Biblioteca del Castello di Duino, Rainer Maria Rilke, 23 marzo 2024 ( stampa: 20×30)

14) Biblioteca del Castello di Duino, 23 marzo 2024 ( stampa: 20×30)

15) Biblioteca del Castello di Duino, Opere di Freud, 23 marzo 2024 ( stampa: 20×30)

16) Biblioteca del Castello di Miramare, Busto di Shakespare, 15 aprile 2024 ( stampa: 20×30)

17) Biblioteca del Castello di Miramare, Busto di Omero, 15 aprile 2024 ( stampa: 20×30)

18) Biblioteca del Castello di Miramare, testi di botanica dell’Imperatore Massimiliano, 15 aprile 2024 ( stampa: 20×30)

19) Biblioteca del Castello di Miramare, testi di botanica dell’Imperatore Massimiliano, 15 aprile 2024 ( stampa: 20×30)

 

3) INVITO (CARTONCINO)

 

GIACOMO GARZYA NON SOLO BIBLIOTECHE

Oasi di raccolta e divulgazione dei saperi

Biblioteca consiliare Livio Paladin

Trieste 23 maggio – 21 giugno 2024

Inaugurazione della Mostra giovedì 23 maggio alle ore 17

 

Presentazione critica di Franco Rosso

Sulla facciata di una Biblioteca a Tebe, in Egitto, era inciso “Luogo di cura per l’anima”: una frase che secoli dopo è stata riportata all’ingresso della Biblioteca dell’Abbazia benedettina  di San Carlo in Svizzera. Con questo spirito Giacomo Garzya  ha varcato la soglia di alcune Biblioteche,  sapendo di entrare in oasi culturali, dove si raccolgono e si divulgano saperi. L’ha fatto da fotografo, con in tasca un prestigioso curriculum di studioso di storia, di docente di lettere, di scrittore di libri di poesie e autore di numerosi libri fotografici: e ha trovato conferma al convincimento che leggere un libro non serve a scantonare la realtà ma a immergervisi in profondità.

Nelle Biblioteche fotografate (Marciana di Venezia, Arcivescovile di Udine, Castello di Duino, Museo Correr di Venezia, Guarneriana di San Daniele del Friuli e Castello di Miramare) ha trovato libri, antiche e rare edizioni, mappe, architetture e arredi straordinari, e tutto questo lo ha immortalato in una serie di fotografie che testimoniano l’atmosfera e l’emozione da lui vissuta in quei luoghi. Biblioteche che raccolgono e divulgano saperi ma che nel contempo rilanciano l’attualità e l’irrinunciabilità della lettura come chiave di accesso alla conoscenza, alla bellezza, alla consapevolezza delle proprie radici. Anche in queste fotografie emerge  la caratteristica

del Garzya-fotografo, che nell’immediatezza dello scatto fotografico sa cogliere una campitura, quella particolare campitura, quel taglio e quel ritmo che conferiscono all’immagine il potere di indurre il fruitore all’attenzione, alla memoria, al pensiero e all’analisi.

Franco Rosso

4) DA “IL PICCOLO” DEL 23 MAGGIO 2024

TRIESTE – ALLE 17 ALLA “PALADIN”

Le biblioteche fotografate di Garzya

Oggi, alle 17, alla Biblioteca del Consiglio regionale Livio Paladin (via Giustiniano) si inaugura la mostra dell’artista-fotografo Giacomo Garzya intitolata “Non solo biblioteche”. Presentazione critica di Franco Rosso. La rassegna è promossa dal Centro Iniziative Culturali Z04 e fa parte di un progetto culturale attivato con la Biblioteca Paladin che intende proporre il lavoro di artisti che creano contaminazioni tra espressività creative e il mondo della letteratura. Nelle biblioteche fotografate (Marciana di Venezia, Arcivescovile di Udine, Castello di Duino, Museo Correr di Venezia, Guarneriana di San Daniele del Friuli e Castello di Miramare) Garzya ha trovato libri, antiche e rare edizioni, mappe, architetture e arredi straordinari, e tutto questo lo ha immortalato in una serie di fotografie che testimoniano l’atmosfera e l’emozione da lui vissuta in quei luoghi.

Giacomo Garzya (Napoli 1952), poeta e fotografo, ha pubblicato saggi storici, sedici libri di poesie dal 1998 e diversi libri fotografici come “Le vie dell’immagine” e “Frammenti di Mediterraneo”. La mostra resterà aperta fino al 21 giugno.

 

AL MAGAZZINO 26

GIACOMO GARZYA, DUE SUE FOTO PER LA MOSTRA AL MAGAZZINO 26, 2-7 LUGLIO 2024, “ARTISTICHE RIFLESSIONI SPIRITUALI”, IN OCCASIONE DELLA CINQUANTESIMA SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI.

 

1) “La Virgen de la Leche”, Burgos, Cartuja de Miraflores, 11 agosto 2023 (70×100 cm)

 

LA MIA “VIRGEN DE LA LECHE”

 

Io piego le ginocchia per Te,

mi genufletto nel più acuto dolore,

per invocare Te Madre,

nello splendore dell’alabastro,

nel porgerti al tuo unico Figlio,

Nostro Salvatore, inviato

a soffrire per noi, per salvarci tutti,

Lui sul Golgota, un Gesù già così

umano, fin dai primi gesti, tanto

da afferrare avido il Tuo seno.

Una “Maria Lactans” a Burgos,

piena d’amore, che allatta il Suo

bimbo divino, non può non

toccare l’animo più duro del più

grande fra i peccatori,

un atto materno il Suo, lo stesso

sentimento di tutte le mamme,

sublimato nella plasticità d’una

scultura, che resterà incarnata

per sempre nel cuore.

 

Burgos, Cartuja de Miraflores, 11 agosto 2023

 

[scritta dopo aver guardato la scultura

in alabastro, nella Certosa di Miraflores,

la “Virgen de la Leche” di Gil de Siloé

(1489-1493), nel monumento funebre

dei Re Giovanni II di Castiglia e Isabella

del Portogallo, genitori della Regina

Isabella di Castiglia]

 

2) “Cristo Pantocratore”, icona nella

Chiesa bizantina del Monastero ortodosso

di San Giovanni Theristis, nei pressi di  Bivongi

(Reggio Calabria), 26 agosto 1994 (70×100 cm)

 

ALLA CAMERA DI COMMERCIO ESPONE UNA FOTO SCATTATA A COMINO IL 24 OTTOBRE 2024

La foto dal titolo “La luce della speranza”, cm 75×100, è stata esposta nella mostra d’Arte sacra contemporanea: “Verso il Giubileo 2025. L’Arte immagina la speranza”, Trieste, Camera di Commercio Venezia Giulia, Piazza della Borsa, 7-21 novembre 2024

 

Le mie due foto in basso, sopra il mio ritratto, le ho scattate: la prima, a Comino, Blue Lagoon, il 24 ottobre 2014 (esposta col titolo “La luce della speranza”, cm 75×100, nella mostra d’Arte sacra contemporanea: “Verso il Giubileo 2025. L’Arte immagina la speranza”, Trieste, Camera di Commercio Venezia Giulia, Piazza della Borsa, 7-21 novembre 2024), la seconda andando a Positano e riprendendo Capri coi suoi Faraglioni il 14 maggio 2024.

 

 

Giacomo Garzya ritratto da sua figlia Maguy, Grignano 12 Marzo 2023

Isola Mauritius, Le Morne, 21-29 luglio 2008 (foto di Giacomo Garzya)