“Le vie dell’immagine di Giacomo Garzya dentro il Mediterraneo”
TRIESTE – ALLE ORE 18 AL CAFFÈ SAN MARCO
Fotografare gli attimi e racchiuderli per sempre è una lotta contro il tempo, una sfida alla memoria che tende a sbiadire i dettagli, ad alterare i frammenti e spesso ad offuscarli. Il modo migliore è dare a ogni scatto un contesto in cui permanere, come ha fatto il fotografo e poeta napoletano Giacomo Garzya raccogliendo le fotografie di vari viaggi nel Mediterraneo e in reportage di altri luoghi nei volumi “Le vie dell’immagine” e “Frammenti di Mediterraneo” editi da Edizioni Dantebus (Roma) con le introduzioni di Massimo Gherardini, che verranno presentati oggi, alle 18, all’Antico Caffè San Marco (via Cesare battisti 18). Presenta il critico d’arte Franco Rosso.
Da sempre attento ai particolari del quotidiano, Garzya inizia a fotografare da giovanissimo affiancando la passione per la fotografia, che diventa un vero e proprio mestiere, con la composizione poetica. Le due arti non vengono fuse all’interno dei due volumi, ma come sottolinea Franco Rosso “le due espressività creative si interfacciano e si sintetizzano” comunque l’una nell’altra, rendendo la fotografia di Garzya una sorta di processo poetico tanto quanto le sue poesie assorbono l’immediatezza dello scatto.
Pluripremiato in concorsi letterari e fotografici, l’artista cerca nella fotografia la possibilità della permanenza, dove ogni cosa diventa immortale e anche la memoria non ha più spazio per confondersi. Il Mediterraneo in particolare è il luogo che Garzya sente vicino, crocevia di culture e di merci, di persone e di storie che si sono affacciate, è la zona geografica che perde valore pragmatico per assumere una dimensione romantica, destinata a suggerire sempre nuove strade, nuovi inizi, sconfinate possibilità. Allo stesso modo, seppur in senso più generico, singoli frammenti di vita, di viaggi e di persone rappresentano “Le vie dell’immagine”, una raccolta di reportage a colori, dove ogni scatto detta un luogo, da Gerusalemme a Napoli, dal Marocco a Venezia e l’artista ne imprime i dettagli che spesso risultano differenti dalla realtà o dal ricordo che si conserva. “Fotografia e poesia, poesia e fotografia in Giacomo Garzya – scrive Franco Rosso – si interconnettono e si completano a volte integrandosi, irradiando riverberi emotivi che diventano un diario dell’anima e un invito a non mollare mai il personale viaggio alla ricerca della storia, della cultura e della bellezza”.
Francesca Schillaci