PREFAZIONE DI FRANCO ROSSO A GIACOMO GARZYA, “FERMO IMMAGINE A NORD EST”, TRIESTE 2024, FRANCO ROSSO EDITORE, pp. 8-9.
La prima fotografia che compare nelle pagine di “Fermo immagine a Nord Est” è stata scattata a Roma. Potrebbe sembrare una contraddizione…ma non lo è. Giacomo Garzya, a Roma, nella Galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani ha fotografato alcune mappe geografiche risalenti alla seconda metà del ‘500. Lo ha fatto da storico appassionato perché quelle carte testimoniano la capacità della Chiesa già cinque secoli fa di alimentare una concezione universalistica della sua missione nel mondo: storicamente, “italiana ed europeista”; teologicamente “globale”, nel senso di uguale in varie in varie altre parti del mondo ma differenziata a seconda della pluralità dei popoli e delle culture presenti. Le mappe fotografate (ma una sola è stata esemplificativamente pubblicata) focalizzano l’area del Nord Est italiano spingendosi verso l’est europeo, coincidendo in pratica con la “Comunità di “Alpe-Adria” fondata a Venezia nel 1980 tra le Regioni e le Repubbliche delle Alpi orientali. In questa area geografica si sono sedimentate civiltà millenarie, dai romani al dominio austro-ungarico, e con questo riferimento storico-culturale Garzya
ha cercato, trovato e immortalato momenti di “bellezza”, riconoscendoli in alcuni paesaggi, negli scorci, nei palazzi, nelle architetture, nelle decorazioni, negli ambienti della vita quotidiana e in alcuni volti.
Scorci inattesi, particolari nascosti, punti di vista mai scontati, nei quali Garzya ha colto l’attimo, scattando senza mai mettere in posa nessuno, intrecciando la sua cultura, la passione per la storia e la poesia, con la fotografia. Lo ha fatto da fotografo che quando scatta sa già quello che mostrerà al fruitore, facendo vedere una realtà che è già una sua realizzazione estetica.
D’altronde Marcel Proust diceva che la fotografia ci mostra cose che non esistono più come sono state viste dal fotografo. Chi osserva poi le foto le interpreta aggiungendo la propria immaginazione, sentimenti, significati e connessioni personali.
La precisione dell’inquadratura che sempre coincide con lo scatto, la campitura felice, il ritmo cromatico, sono la cifra stilistica del Garzya fotografo, con un riverbero storico nelle didascalie che accompagnano le foto per contestualizzale e – se opportuno – forniscono le coordinate essenziali per collocarle nella storia o nello spazio.
L’itinerario di “Fermo immagine a Nord Est” che parte da Trieste e arriva a Budapest, passando per il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, l’Austria, la Slovenia, l’Istria e Praga, è stato vissuto da Garzya seguendo l’istinto, più che una programmazione a tavolino, rincorrendo esclusivamente la “bellezza”, quella bellezza che non lascia indifferenti: ma, tant’è, lo scopo non era quello di fare un catalogo, ma di cercare il momento più che il documento. Per questo le immagini raccontano molto dell’autore, della sua sensibilità, della sua cultura, e in ogni scatto si percepisce istinto, esperienza, mestiere e curiosità.
Nelle pagine di questo libro sono riprodotte 337 fotografie frutto dell’occhio di uno storico e poeta che ha cercato nel Nord Est italiano ed europeo la “bellezza”, con l’intento di condividerla e non semplicemente di appropriarsene per sé “, facendo sua la lezione di Henri Cartier-Bresson che era convinto che nel fotografare bisogna ” mettere la testa, l’occhio e il cuore sullo stesso piano”.
Franco Rosso