FOTOGRAFIA / "Forti affetti" di Garzya
FRAMMENTI DI PUREZZA DI UN POETA DELLO SCATTO Le 21 istantanee del napoletano Giacomo Garzya resteranno in mostra al Palazzo Pignatelli in Piazza del Gesù fino al 13 maggio. Chiara Pradelli CHI SA DIRE quali incantesimi, quali visioni, si porta negli occhi un viaggiatore vero? Uno che non si ferma alla superficie opaca delle cose, ma vi legge in profondità, scoprendo piccoli preziosi frammenti di purezza. Le 21 istantanee in mostra a Palazzo Pignatelli (Piazza del Gesù), fino al 13 maggio,sembrano fatte per rispondere a questa domanda. Giacomo Garzya, fotografo napoletano, unisce alla passione per l'obiettivo quella del vagabondare, scoprendo luoghi e angoli di mondo particolari. L'itinerario fotografico procede libero e analogico, indugiando su chiaroscuri e contrasti.Paesaggi diurni e notturni, ora naturali ora tecnologici, raccolti da uno sguardo e da una sensibilità fulminei. Perché Garzya riesce ad individuare, in queste sperdute pieghe del mondo, sfumature nascoste e tonalità luminose impreviste. Un obiettivo fotografico simile a un pennello: e Giacomo Garzya da semplice ritrattista del reale si trasforma in pittore, in poeta. La mostra si intitola significativamente "Forti affetti", perché è intimo e stretto il rapporto che l'autore instaura fra la propria visione del mondo e lo scenario, l' "altro da sé", che gli sta di fronte. Lo scatto della macchina fotografica tenta di bloccare proprio questo momento di "vicinanza", di comunione. "Se nel viaggiare il corpo si fa occhio vorace, nella sosta percepiamo il peso di questa eccedenza e meditiamo sulla cecità che ne consegue", commenta Adriano Mele, curatore dei testi che accompagnano, in catalogo, le foto di Garzya. Immagini intense, spesso glossate da stralci poetici, di Borges, Kavafis, Orten, Eluard. Articolo pubblicato ne "Il Tempo", 6 maggio 1994. |